Il Picolit è considerato una gemma dell'enologia italiana. Probabilmente, l’ origine del suo nome deriva dalla scarsa produzione
dei suoi acini e grappoli, oppure secondo altre versioni, per le ridotte dimensioni della sua uva. Questo vino è da sempre molto prezioso,
basti pensare che la sua produzione, ancora oggi, non supera in tutto il Friuli i 900 ettolitri.
Ciò è dovuto al fatto che la vite di Picolit produce pochissimi e radi acini, circa 10-15 acini per grappolo,
in quanto è caratterizzato da infiorescenze molto soggette ad aborto floreale.
Proprio per questo ha sempre avuto un immagine di grande esclusività, divenendo nei secoli scorsi il vino per eccellenza
delle grandi occasioni che deliziava i palati dei principi e dei Papi. Carlo Goldoni lo definì la gemma enologica più splendente del Friuli,
mentre il Veronelli lo descrisse così: "Fermo e aristocratico; ha nerbo deciso e stoffa alta, che si compiace sino a coda di pavone; grandissimo vino, vino “da meditazione”.
Colore: Giallo dorato
Profumo: Al naso si apre con solarità, ha le sensazioni di albicocca, agrume, tabacco,
pasta di mandorle con intensità ed eleganza che porta incondizionatamente all'assaggio
Gusto:Il Picolit si distende dapprima sulla lingua avvolgendo poi il palato con freschezza e con intensa aromaticità,
già espressa al naso, accompagnate da una dolcezza presente ma non sfacciata o stucchevole in equilibrio con le emozioni che solo un prodotto come il Picolit può dare .
Vinificazione: Vendemmia a mano, in cassette da 5 kg, tra fine settembre e metà ottobre. Successivamente le uve sono state fatte apassire per diverse settimane;
Diraspa- Pigiatura e pressatura soffice immediata;
Fermentazione ed affinamento in barrique di rovere da 228 lt; Dopo circa 24 mesi si effettua l' imbottigliamento, a cui segue un affinamento in bottiglia prima dell' uscita sul mercato.