Pinot Grigio vino biodinamico e biologico con fondo di fermentazione spontanea.
Formato bottiglia: cl.75
Gradazione alcolica: 13,5% vol.
Il Pinot Grigio può vantare un genitore importante: il Pinot Nero.
Infatti, da una sua mutazione gemmaria nasce il Pinot Grigio.
Questo vitigno viene definito impropriamente uva bianca, ma dallo stesso nome è chiaro che siamo di fronte ad una varietà non a bacca bianca.
Il colore dei suoi acini a maturazione è un rosa più o meno carico.
Origina vini di colore ramato anche se viene vinificato in bianco, mentre se lavorato a contatto con le bucce assume un colore rosato,
molto vicino al rosa occhio di pernice con riflessi buccia di cipolla.
Il Pinot Grigio ramato vanta una tradizione ben radicata nota sin dai tempi della Serenissima Repubblica di Venezia
che proprio con il termine “Ramato” indicava nei contratti di compravendita il nome del vino Pinot Grigio.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una progressiva scomparsa di questa interpretazione più classica (ramata)
a favore della più “moderna e tecnologica” vinificazione in bianco in cui la leggera presenza di colore viene allontanata attraverso l’azione decolorante del carbone enologico.
Basta osservare un grappolo di questo vitigno per capire che l’uva non merita di essere privata del suo “colore” naturale e con esso di parte del suo corredo varietale.
Forma di allevamento
Tendone o pergola abruzzese (nel dialetto locale “la capanne”).
Forma di allevamento espansa tradizionale del territorio caratterizzata da una bassa densità di piante per ettaro (1.100-1.600),
che asseconda la naturale armonia dell’espansione e dello sviluppo vegetativo delle radici, dei grappoli e delle foglie.
Nella “capanne” la raccolta e la potatura sono esclusivamente manuali e strettamente legate al vignaiolo e alla sua piccola proprietà contadina.
Tipo di terreno: Terreni profondi argillosi con venature calcaree.
Altitudine: Vigneti coltivati a 400-500 m s.l.m.
Tipo di conduzione agricola
Biodinamica con certificazione biologica e DEMETER.
La coltivazione biodinamica è importante per la vita microbiologica del vigneto e fondamentale nella fermentazione spontanea di un vino biodinamico.
L’uso di fungicidi convenzionali indeboliscono le popolazioni di lieviti e rendono molto difficile la fermentazione spontanea.
L’originalità e la singolarità del vino biodinamico è il suo legame al luogo e alle condizioni climatiche dell’anno.
La biodinamica restituisce al vino il luogo di origine, definito dai francesi come “Terroir” (territorialità).
Vino fermo caratterizzato da:
– FERMENTAZIONE SPONTANEA
Il produttore biodinamico in cantina non usa biotecnologie e correzioni chimico-fisiche e lascia alla natura la responsabilità di generare il vino.
Le fermentazioni spontanee lavorano proprio con quanto la natura offre ogni anno e si affidano
alla forza e alla salute del vigneto per ottenere grandi uve coperte della microflora indispensabile per la fermentazione.
– SENZA SOLFITI AGGIUNTI (inferiore a 10 Mg-lt)
Il vino biodinamico ha poco bisogno di conservanti,
le sue uve possiedono già tutti gli elementi necessari per stabilizzarsi e conservarsi naturalmente nel tempo.
La fermentazione spontanea non può essere condotta in presenza dei solfiti;
aggiungerla sulle uve o nei mosti in cantina significaeliminare le tante famiglie di lieviti indigeni presenti sulla buccia che sono la base fondamentale di ogni vino biodinamico.
Un vino di grande complessità ha bisogno di quanti più lieviti possibile.
– NON FILTRATO CON FONDO
Gran parte degli assaggiatori considerano la limpidezza come una garanzia di qualità o eccellenza e hanno creato
un falso stereotipo del “vino perfetto” che però è legato all’imperfetto. La filtrazione estrema impatta sulla microflora (lieviti e batteri) crea un vino sterile,
chimico e senza vita. Il vino non filtrato e senza solfiti aggiunti è un caleidoscopio del gusto in continua evoluzione
con uno spettro ampio di sapori partendo da una mineralità bella e slanciata e una profondità di sapore.
La produzione di vini non filtrati con fondo è la genuina trasparenza di proporre un vino che non ha avuto aggiunte:
“solo un vino biodinamico, che per disciplinare non prevede aggiunte, può essere bevuto non filtrato”.
Sullla testa della bottiglia troverete la frase:
Niente viene aggiunto,
niente viene tolto,
VINO NON FILTRATO CON FONDO.
– STABILIZZAZIONE TARTARICA NATURALE
Trovare sul fondo di una bottiglia dei piccoli cristalli? Sono innocue precipitazioni di tartrati e significano che il vino “ha sentito il freddo”.
In biodinamica non sono ammessi trattamenti fisici (refrigerazione) e chimici.
Il freddo invernale e il tempo stabilizzano naturalmente il vino.
La tecnica di stabilizzazione tartarica convenzionale, che prevede la refrigerazione del vino a -5/-6°C per 6/7gg,
porta a un notevole consumo energetico al solo scopo di evitare la presenza di qualche milligrammo di innocui cristalli di tartrato nel vino.
In degustazione
Colore: ramato molto carico, tendente al rosè.
Profumo: Note di fiori bianchi come gelsomino e biancospino, sentori agrumati e di melagrana.
Sapore: Morbido e avvolgente, sorretto da buone acidità e sapidità.
Abbinamenti: Primi piatti elaborati, carni bianche, pesce e crostacei.
Temperatura consigliata: 10-12°C