Gr.230
La Toscana riserva una sorpresa in ogni dove.
Ogni borgo ha la sua peculiarità che sia paesaggistica, storico-artistica o culinaria.
A Lamporecchio, cittadina in provincia di Pistoia, spetta l’onore di aver dato i natali a questo piccolo dolce rotondo,
sottile-sottile, fragrante e al profumo di anice: il Brigidino di Lamporecchio,
“un dolce o meglio un trastullo speciale alla Toscana ove trovarsi a tutte le fiere e feste di campagna…” come lo definisce Pellegrino Artusi in “La scienza in cucina”.
La ricetta del Brigidino di Lamporecchio è semplice, costituita da soli quattro ingredienti: uova (quelle dei Desideri sono fresche e a km 0),
farina (Farina, con la lettera maiuscola, Desideri usa farina tipo 1), zucchero (italiano) e anice.
Quest’ultimo ingrediente ci racconta una bella storia relativa alla nascita di questo prodotto,
frutto di un errore di cui noi ancora oggi beneficiamo.
Nel convento di Santa Brigida di Lamporecchio le sorelle avevano il compito di preparare
per le parrocchie del circondario le ostie usate nella celebrazione della messa.
Destino volle che un giorno le suore sbagliassero qualche passaggio nell’impasto e per non buttar via il lavoro fatto aggiungessero uova,
zucchero e anice, dando vita ad una tradizione che si è tramandata fino ai giorni nostri.
Il Brigidino di Lamporecchio ha la caratteristica forma rotonda, dai bordi irregolari,
un colore giallo dorato e al centro riporta stampigliato un fiore stilizzato,
quello che si ritrova negli antichi stampi con i quali veniva prodotto in origine.
Difficile spiegarlo il Brigidino… va provato, o meglio sgranocchiato e come le ciliegie, uno tira l’altro.
Ama la compagnia di un buon Vinsanto e così può diventare un originale dessert da fine pasto.
Perde tutta la sua innocenza se tuffato nel cioccolato, un vero e proprio peccato di gola tutto da condividere.
Si sposa a meraviglia con il gelato. Ma potrebbe essere anche un moderno snack all’insegna della genuinità.
Brigidini di Lamporecchio dei Desideri, la storia continua.